PARLIAMONE INSIEME
Crescere con i bambini oggi, tra genitorialità ed educazione
UNDICESIMO CICLO
23 FEBBRAIO 2019 ORE 10.00-12.00
Milano, Sala Monicelli della Fondazione e del Centro Benedetta D’Intino Onlus via Sercognani, 17
IN ASCOLTO DEGLI ADOLESCENTI: CAMBIAMENTI DEL CORPO, DELLA PSICHE, DELLE RELAZIONI
Parlare di adolescenza significa parlare di cambiamento: essa costituisce, infatti, il periodo più o meno lungo dell’esistenza, durante il quale il giovane passa dall’età infantile a quella matura e porta a compimento lo sviluppo maturativo ed evolutivo. La lunghezza di tale periodo evolutivo è, come noto, nella specie umana di gran lunga superiore a quella di tutte le altre specie animali e tende ad aumentare.
Molti autori, tra cui i principali Blos (1962) e Miller (1983) distinguono tra prima, media e tarda adolescenza, datando in linea di massima la prima adolescenza nel periodo della crisi puberale, cioè intorno agli 11-12 anni. La media adolescenza andrà invece dai 14-15 anni fino ai 17-18, mentre la tarda adolescenza si prolungherà fino al raggiungimento dell’età adulta che alcuni datano anche intorno ai 25/26 anni.
In questa sede ci occuperemo della prima adolescenza, focalizzando l’attenzione sul grande lavoro psichico che il passaggio alla pubertà (e poi da questa all’adolescenza vera e propria) comporta per il soggetto. E’ un momento in cui la mente si trova in una situazione davvero caotica: con la crisi pubertaria, infatti, crolla la struttura della fase di latenza e irrompono le pulsioni provenienti da un corpo che è diventato uno “straniero”. Si tratta di un complesso lavoro di integrazione, che si potrebbe descrivere come “un eccesso di corpo per una struttura mentale nel bel mezzo del cambiamento”.
La prima adolescenza comporta una riorganizzazione della vita affettiva con ricerca di nuovi oggetti (figure di attaccamento/relazioni). Essa rappresenta una seconda fase del processo di separazione-individuazione (Blos, 1967) – quindi verso l’autonomia -, con la tendenza a sviluppare amicizie idealizzate specie con compagni dello stesso sesso.
La definizione di adolescenza presenta caratteri indeterminati e privi di tagli netti; è necessario cioè iscriverla all’interno dell’intero processo di sviluppo dell’individuo. Così come possiamo dire che l’adolescenza ha inizio quando l’individuo dimostra di aver minor bisogno della protezione e dell’attenzione della sua famiglia, quando lo sviluppo fisiologico ed ormonale comincia ad avvicinarsi alla maturità dell’età adulta, quando comincia ad assumersi le responsabilità che contraddistingueranno la sua vita da adulto indipendente ed autosufficiente.
Continuità e discontinuità rappresentano i due poli di una tensione sempre presente, se non caratterizzante, nella fase adolescenziale. Infatti, in essa è presente la rievocazione – e quindi la continuità – degli oggetti e della sessualità infantile, dello stato di dipendenza dagli adulti; e, al tempo stesso, la spinta a rivestire nuovi ruoli, a provare nuovi sentimenti, a stabilire nuove relazioni, muovendosi quindi, verso la discontinuità.
Nella fase adolescenziale mutano profondamente, con tempi differenti da individuo a individuo, tanto i caratteri sessuali secondari, quanto la composizione, la forma e la funzione della maggior parte dei tessuti del corpo. Avviene un profondo processo di rinegoziazione e rivisitazione del proprio essere, che genera appunto una profonda tensione tra il desiderio di cambiamento e la spinta opposta a non abbandonare il precedente modo di essere, in relazione a se stessi e agli altri. Infatti, oltre ai mutamenti somatici, sono fondamentali in questa fase del ciclo di vita, quelli nella sfera emotiva e sociale: le relazioni con i coetanei possono diventare più intime, si sperimenteranno i primi rapporti sessuali, si passa da uno stato di dipendenza dai genitori ad uno di interdipendenza nei confronti di altri.
Questi numerosi e profondi cambiamenti indotti dalla biologia e accompagnati da emozioni intense e fantasie su di sé e sul proprio corpo, provocano un senso di dislocazione e di perdita, che alcuni autori psicoanalitici hanno paragonato al processo del lutto. Le preoccupazioni e le angosce derivanti da tali cambiamenti, vengono spesso affrontate dall’adolescente con meccanismi di difesa, volti ad attutire, se non annullare del tutto, un forte senso di impotenza e inadeguatezza. Tali meccanismi possono assumere carattere onnipotente, sottoforma di agiti (tipici di questa fase), non lasciando spazio all’elaborazione psichica dei processi interni in atto. Alcuni sintomi che possono insorgere in adolescenza, come l’isolamento e le condotte autolesive od antisociali, hanno ad esempio lo scopo di mantenere un relativo senso di sicurezza e, per quanto disadattavi nel mondo esterno, possono rappresentare “la soluzione migliore” che l’adolescente possa negoziare, se le risorse
esterne ed interne sono deficitarie.
Il tema dell’agire in adolescenza, tuttavia, viene considerato da molti autori non solo un meccanismo difensivo teso a evacuare nel concreto l’angoscia e la tensione, invece di elaborarle. Esso ha molto spesso la funzione di permettere un apprendimento per prova ed errore (Anastasopoulos, 1988; Nicolò, Norsa, 1991), permette di sperimentare e sperimentarsi nella realtà, con l’altro e con se stesso in nuovi aspetti emergenti di sé.
Le tendenze evolutive ed i cambiamenti, così pregnanti sul piano strutturale e funzionale durante questo periodo del ciclo vitale, riguardano con intensità ed espressività differenti, tanto il figlio adolescente, quanto il nucleo familiare, ed in particolare, la coppia parentale. Forza e stabilità per affrontare il cambiamento hanno le loro radici nell’introiezione di figure genitoriali benevole, in un’esperienza di dipendenza positiva dalle figure adulte e fiducia in esse, ed in un’adeguata conoscenza delle proprie emozioni. Ciò che accomuna il bambino piccolo e l’adolescente è, infatti, l’intensità delle emozioni cui sono sottoposti coloro che gli sono vicini; come a doversi far carico di tutti i sentimenti indesiderati di paura, incompetenza e disperazione.
Relatori: dott.ssa Valeria Ladino, psicoterapeuta del CBDI onlus,
dott.ssa Elisabetta Mazzucchi, dott.ssa Michela Picciotti, dottssa Raffaella Schirò , pediatre di libera scelta,
Chairperson: Sara Micotti, Psicoterapeuta esperta in età evolutiva e Direttore scientifico del Settore Psicoterapia del Centro Benedetta D’Intino Onlus
ALCUNI SUGGERIMENTI DI LETTURA PER MAMME E PAPA’
Blos P. (1962), L’adolescenza: un’interpretazione psicoanalitica, Angeli, Milano 1977
Blos P. (1967), The second individuation process of adolescence, in “Psychoanal. Study of the Child”, 22, pp. 62-72.
Laufer M., Laufer E., (1984), Adolescenza e break-down evolutivo, Bollati Boringhieri, Torino 1986
Miller D. (1983), Adolescenza e terapia, Borla, Roma 1990
Novelletto A. (1981), Il sé nell’adolescenza. Aspetti normali e patologici, in “neuropsichiatria Infantile”, 240/241, pp.595-616.
Pellai A., Tamborini B., L’età dello tsunami. Come sopravvivere a un figlio pre- adolescente, De Agostini, 2017
Quagliata E., Adolescenti in crisi. Collana Cento e Un Bambino, Casa ed. Astrolabio
Zavattini C., Nicolò A.M., L’adolescente e il suo mondo relazionale. Carocci editore, 1° ediz. 1992
( a cura di Valeria Ladino)