La trama delle prime relazioni: rotture e trasformazioni

Giornata di studio

LA TRAMA DELLE PRIME RELAZIONI: ROTTURE E TRASFORMAZIONI

VENERDI’ 9 OTTOBRE 2015

Sala Monicelli, Centro Benedetta D’Intino Onlus, Milano

Lucio Fontana, Spazio concettuale. Attese.
Lucio Fontana, Spazio concettuale. Attese.

 

9.00
Registrazione partecipanti

 

9.45
Cristina Mondadori, Sara Micotti
Introduzione alla Giornata di studio

Chairperson Annalisa Bernabè

 

10.00
Giuseppe Civitarese
L’arcaico come personaggio del campo analitico e come inconscio inaccessibile

 

10.45
Clelia De Vita, Ludovica Grassi
Nostalgia e migrazione: sospensioni e transizioni identitarie

        

11.30
Cristina Riva Crugnola
Coordinazione affettiva e rotture della comunicazione nelle prime interazioni tra genitore e bambino

12.15
Discussione

13.15
Light lunch

14.30
Ripresa lavori
Chairperson Pia Massaglia

Seminari paralleli di presentazione di casi clinici:

1.
Emanuela Maggioni
Disabilità intellettiva grave: intersoggettività e individuazione attraverso la Comunicazione Aumentativa

Chairperson: Ilaria Dufour

 

2.
Fiamma Buranelli
Sono qui, mi sentite? La storia di Luca

Chairperson: Sandra Piperno

 

3.
Sara Micotti, Maria Pozzi
Il mutismo delle menti: Alice e Kate

Chairpersons: Giancarlo Galli, Laura Magnini

 

15.30
Anna Scansani
L’abuso, dal crollo della funzione genitoriale alla ripresa di una pensabilità: trasformazioni. Mara e Lucia ricominciano a sognare

 

16.15
Tiziana Grando, Lidia Leonelli Langer, Anna Pezzuto
Quando il pensare diventa difficile. Riflessioni sull’utilità di un intervento integrato

 

17.00
Discussione

 

18.00
Chiusura lavori

 

RELATORI:

 

Annalisa Bernabè, psicologa, psicoterapeuta psicoanalitica Cerp, socia fondatrice e membro dell’Associazione “Ilcampoanalitico”, Verona

Fiamma Buranelli, ,medico, psicoterapeuta psicoanalitica Centro Benedetta D’Intino Onlus, Milano

Giuseppe Civitarese, AFT della SPI e direttore della Rivista di Psicoanalisi

Clelia De Vita, psicologa psicoterapeuta SIPSIA, membro associato SPI e IPA, esperto in psicoanalisi dei bambini e degli adolescenti

Ilaria Dufour, psicologa, psicoterapeuta psicoanalitica Centro Benedetta D’Intino Onlus, Milano

Giancarlo Galli, psicoanalista, membro associato SPI/IPA

Tiziana Grando, psicologa, mediatore cognitivo (Feuerstein)

Ludovica Grassi, neuropsichiatra infantile, membro ordinario SPI e IPA, esperto in psicoanalisi dei bambini e degli adolescenti

Lidia Leonelli Langer, psicoanalista, ordinario con funzione di training SPI e IPA, esperto bambino/adolescente

Emanuela Maggioni, neuropsichiatra infantile, responsabile clinico-operativo del servizio clinico di Comunicazione Aumentativa Alternativa del Centro Benedetta D’Intino Onlus

Laura Magnini, psicologa psicoterapeuta psicoanalitica 

Pia Massaglia, professore associato di neuropsichiatria Infantile – Università Torino, psicoterapeuta psicoanalitica dell’Infanzia e dell’Adolescenza (ASARNIA-APPIA)

Sara Micotti, psicologa, psicoterapeuta psicoanalitica, direttore scientifico del settore di Psicoterapia del Centro Benedetta D’Intino Onlus 

Cristina Mondadori, medico psicoterapeuta e presidente del Centro Benedetta D’Intino Onlus, Milano

Anna Pezzuto, psicologa psicoterapeuta, UONPIA Ospedale San Carlo, Milano

Sandra Piperno, psicologa, psicoterapeuta psicoanalitica, Centro Benedetta D’Intino Onlus, Milano

Maria Pozzi, psicoterapeuta psicoanalitica, Tavistock Centre, Londra

Cristina Riva Crugnola, Crc professore associato Psicologia dello Sviluppo, Università Bicocca, Milano, psicoanalista SPI e IPA

Anna Scansani, psicoanalista, membro ordinario SPI/IPA

 

Presentazione

I traumi precoci delle separazioni ripetute e della conflittualità inelaborata con i caregivers possono creare nella mente del bambino “un’area traumatica priva di organizzazione rappresentativa paragonabile alla parte mancante di un affresco danneggiato”. Il bambino porta incistate dentro di sé queste aree cieche e mute, piene di impulsi distruttivi ingestibili e angosciosi, che – in risposta a particolari situazioni di frustrazione – possono riesplodere in adolescenza (G. Giaconia, Adolescenza ed etica, Roma, Borla, 2005).

Possiamo pensare al formarsi di   una “zolla lavica” nel linguaggio di Antonino Ferro (A. Ferro, Evitare le emozioni, vivere le emozioni, Milano, Raffaello Cortina, 2007), di un’ isola psicotica nel linguaggio di Herbert Rosenfeld, una parte psicotica scissa, esclusa dal sé psichico, e piena di “impulsi distruttivi ingestibili, di angosce e difese a essi collegate. Ma anche parti positive e creative del sé, si sono confuse con il sé distruttivo: perciò non possono più esserne differenziate, e possono venire poste nell’ ‘isola psicotica’. Ciò significa che l’intera personalità può apparire indebolita o non del tutto sviluppata” (H. Rosenfeld, “Relazione tra sintomi psicosomatici e stati psicotici latenti”, in I seminari italiani di Herbert Rosenfeld, Quaderni del Centro Milanese di Psicoanalisi Cesare Musatti, 2, 1998).

La nuova relazione con un terapeuta, – insieme buono e cattivo, affidabile ma al tempo stesso impregnato di errori e carenze – può consentire al bambino di rinunciare alla scissione e di credere con più energia nella sua capacità d’amare. Può gradualmente integrare le sue “parti tigre”, le sue parti inermi e il sé che si prende cura e che protegge la vita.

Ancora un pensiero: se nell’affresco si presume che le figure – ora sparite o irrecuperabili – un tempo ci fossero, in certe situazioni si ha a che fare con una parte bianca di muro sul quale non è ancora stato dipinto nulla… eppure qualcosa potrebbe prendere forma,  dati un buon incontro, una buona opportunità…. Thomas Ogden con una sintesi efficace scrive: “Occorrono due menti per pensare i pensieri più disturbanti dell’individuo. […] Nel corso di un processo che dura tutta la vita, sviluppiamo sempre più la capacità di pensare/sognare la nostra esperienza emotiva vissuta. Tuttavia, al di là di un certo punto (un punto che varia per ciascun individuo), troviamo insostenibile il pensare/sognare la nostra esperienza. In tali circostanze, se siamo fortunati, c’è un’altra persona – una madre o un padre, un analista, un supervisore, una sposa, un fratello, un amico – disponibile e capace di impegnarsi con noi nel processo di sognare la nostra precedentemente non sognabile esperienza” (T. Ogden, Riscoprire la psicoanalisi. Pensare e sognare, imparare e dimenticare, trad. it. Milano, CIS Editore, 2009).

Il Centro Benedetta D’Intino Onlus raccoglie clinici e ricercatori per una Giornata di studio su questo tema, dialogando su trasformazioni, narrazioni e riparazioni, e anche su cadute e fallimenti del percorso verso l’integrazione.

(a cura di Sara Micotti)

 

Comitato Scientifico

Cristina Mondadori, Maria Pozzi, Sara Micotti, Federica Bono, Fiamma Buranelli, Ilaria Dufour, Rita Giorgiutti, Valeria Ladino, Sandra Piperno

 

Organizzazione

Rosamaria Ferrante, Roberta Pozzi, Paola Ratclif
infocbdi@benedettadintino.it

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