Benvenuti a scuola: alcune riflessioni sulla riapertura
Chi non ha parole per dire i sentimenti di malessere, tristezza, rabbia, li agisce, spesso in modo violento. E’ importante far crescere bambini e ragazzi che conoscano in abbondanza e in profondità le parole per dire le emozioni. Le parole sono uno strumento per interpretare la realtà esterna e interna. Fare emergere la verità delle emozioni e’ impegno che accomuna il lavoro dello scrittore e il lavoro dello psicoterapeuta: “Entrambi lavorano con le parole ed entrambi devono essere fortemente consapevoli del fatto che le parole sono oggetti pericolosi. Vanno maneggiate con cura, circospezione e senso di responsabilità. […] Dobbiamo far sì che ogni parola vada a segno”, Gianrico Carofiglio, Intervista a cura di Manuela Tagliabue, Comunicare, 2-2019, semestrale della Fondazione e del Centro Benedetta D’Intino Onlus, pp. 76-79.
Durante il picco della pandemia – grazie all’impegno di insegnanti, genitori, bambini e ragazzi – si è realizzata la didattica distanza (DAD), che ha permesso a molte persone di mantenere i legami e le capacità di apprendimento. Non tutti possono usufruirne e questo ha accentuato disuguaglianze e sofferenze. Un problema è il possesso di strumenti multimediali da parte delle famiglie e delle scuole. Un altro è costituito dalle linee di collegamento digitale (ADSL). Secondo dati del 2018, il 40% della popolazione ha una connessione lenta, con invio, trasporto e ricezione di dati (download e upload) poco efficace.
Ora, le scuole si stanno preparando a dare il benvenuto a bambini e ragazzi. Come ogni momento di transizione, il ritorno a scuola richiede supporto, preparazione, anticipazione. Molti bambini e ragazzi si adatteranno bene e velocemente. Alcuni invece richiederanno attenzione aiuto, per affrontare il cambiamento e sviluppare il loro percorso di crescita.
La sicurezza: spazi e protocolli. In collaborazione con il Ministero della Pubblica Istruzione, le scuole si stanno attrezzando per adeguare gli spazi e l’organizzazione della vita scolastica. Si sta lavorando all’ammodernamento delle aule, dei banchi, degli spazi comuni, con attenzione al distanziamento. Si stanno sviluppando protocolli per l’ingresso a scuola e per la gestione dei casi “sospetti“.
La sicurezza: formare bambini, ragazzi, insegnanti. Non basta adeguare gli spazi, occorre formare alla sicurezza sanitaria, e, per ora, alla convivenza con il covid-19. E’ positiva l’iniziativa del Ministero dell’Istruzione, contenuta nel Protocollo per il riavvio in sicurezza dell’anno scolastico, di prevedere un supporto psicologico a disposizione delle scuole, tramite convenzione con il Consiglio nazionale dell’Ordine.
10 tips per una buona ripartenza:
- Immaginiamo un periodo di check-in, prima di riprendere il viaggio scolastico, con un passaggio di informazioni e di formazione alla sicurezza sanitaria, commisurato alle competenze dei bambini e dei ragazzi
- Collaborazione scuola famiglia. La scuola sarà impegnata a potenziare la comunicazione con i genitori e con i carers, informando sulle misure di sicurezza e ricordando il ruolo di responsabilità di ciascuno
- Attenzione e osservazione. Gli insegnanti osserveranno con particolare cura bambini e ragazzi, per identificare i bisogni emotivi che possono affiorare
- I “gruppi di parola”. C’è stata una lunga separazione dall’ambiente scuola, che può essere elaborata attraverso un lavoro psicologico di gruppo, preventivo, non terapeutico. Penso a gruppi che aiutino a rinsaldare i legami o a crearli nel caso di bambini o di ragazzi che inizino un nuovo ciclo scolastico. Occorre dire la verità sul covid-19, sostare intorno alle esperienze critiche della vita, cercare un senso insieme. Aiutiamo bambini e ragazzi a immergersi a fondo nelle esperienze e a trovare le parole per raccontarle. Il lavoro di gruppo – attraverso il dialogo, il gioco, il disegno, il photolangage – può aiutare a scoprire che non si è soli, ad adattarsi al cambiamento e puo’ nutrire la speranza.
- Integrazione. La crisi ha creato un’attenzione più ampia e profonda ai bisogni emotivi. Molte persone hanno scoperto come i bisogni cognitivi emotivi e sociali siano intrecciati tra loro.
- La pazienza. La crisi ha insegnato a molti la pazienza, a concedere a se stessi e ai figli o agli alunni tutto il tempo che serve per imparare e una maggiore tolleranza verso gli errori.
- Homefulness. I bambini più grandi e i ragazzi proveranno una combinazione di sollievo, di soddisfazione e di appartenenza nel ritrovare la scuola, i compagni, gli insegnanti: il sentirsi a casa dopo una lunga assenza.
- Ansie di separazione. Occorre immaginare invece le ansie di separazione dei bambini e dei ragazzi che iniziano un nuovo ciclo scolastico. Ognuno oscilla tra il bisogno di avere una base sicura e il bisogno di emanciparsi e di esplorare il mondo: l’equilibrio tra i due poli aiuta a crescere armoniosamente.
- Competenze per il sostegno. Occorre pensare a un potenziamento delle competenze per il sostegno di bambini e ragazzi con DSA, BES e disabilità, per un insegnamento sempre più inclusivo che rispetti i bisogni soggettivi.
- Il rispetto delle regole. Pensiamo alle regole da una prospettiva neuropsicologica e da una prospettiva di educazione civica pragmatica. Tutti vivranno l’esperienza di adeguarsi alle nuove regole di comportamento che saranno in vigore a scuola. Conoscere un po’ di neurobiologia ci aiuta a comprendere i momenti di confusione nei bambini e nei ragazzi. La regione del cervello che matura per ultima e’ quella deputata alla regolazione emozionale, al controllo degli impulsi, alla pianificazione, alla valutazione delle conseguenze a medio lungo termine delle proprie azioni. Nei bambini di cinque anni queste funzioni sono molto immature, e continuano la loro maturazione grazie agli stimoli ambientali fino alla giovane età adulta. Bambini e ragazzi possono presentare brillanti competenze razionali (per esempio sapere tutto sul coronavirus) e competenze emotive immature (fare i capricci, ribellarsi, non rispettare le regole, non sapere aspettare e ascoltare). La collaborazione tra casa e scuola al fine di stimolare l’assunzione di responsabilità da parte dei bambini e dei ragazzi è un compito educativo fondamentale. Il corpus teorico clinico della psicoanalisi dispone di strumenti collaudati per orientarci verso una valida comprensione delle ansie e delle risorse presenti nelle nella mente dei bambini ed ai ragazzi: per coinvolgerli nel vedere le regole come una protezione e non come una punizione.
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